Gay & Bisex
L'EDICOLANTE - il mio primo pompino
di LaPennaBollente
01.11.2023 |
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"Ci presentammo e tra uno sfottò e l'altro dell'edicolante ci allontanammo insieme dall'edicola e, dopo una mezz'oretta a passeggiare e a parlare del più e del..."
Un giornaletto porno, questo era quello che mi era rimasto dal mio primo incontro ravvicinato con un cazzo, quello di mio cugino. Su quella rivista che mi aveva lasciato, su quelle pagine piene di fighe in primo piano, cazzi dalle dimensioni disumane e docce di sperma, avevo avuto le mie prime erezioni, mi ero sparato le mie prime seghe, avevo fatto le mie prime sborrate. Ogni giorno mi nascondevo in bagno e, sfogliando quella bibbia del sesso, immaginavo di essere sbattuto e scopato come quelle troie, di potermi divertire con quei cazzi giganti, di potermi fare usare come la loro puttana personale e così lasciavo uscire da me fiumi di giovane sborra consumando quelle bollenti pagine di carta.Ma la mia conoscenza del sesso si fermava lì, non era così facile per me accedere ad altro materiale pornografico e sega dopo sega mi ero ormai stufato delle stesse immagini e degli stessi stalloni su cui fantasticare. Mi vergognavo a comprarli, internet non era facilmente accessibile come adesso e non avevo la giusta compagnia che potesse passarmeli.
Ma una domenica, una domenica apparentemente come tutte le altre, mia zia mi invitò a pranzo e mi chiese se nell'andare da lei potessi passare dall'edicola vicino casa sua per comprarle un giornale. Non ebbi problemi ad accettare e molto tranquillamente mi recai presso questa edicola e trovai nel gabbiotto un uomo sulla cinquantina che stava riordinando i vari giornali.
"Salve, mi servirebbe la gazzetta" chiesi con molta tranquillità.
Lui mi sorrise e passandomi il giornale mi disse: "Ecco, non ti serve altro?"
"No, a posto così" risposi.
"Sicuro?" e con la coda dell'occhio mi indicò un angolino sul fondo dell'edicola dove, tra riviste di cucina, giardinaggio e motori, scorsi riviste che sulla copertina avevano donne accattivanti e provocanti. Eccoli lì, avevo davanti a me nuovi porno da poter degustare e l'occasione per poterli prendere invogliato da quel diavoletto di edicolante, ma mi feci prendere dall'eccitazione e dall'ansia, e dovendo anche andare a casa di mia zia, feci finta di niente e con una risatina imbarazzata dissi che ero a posto, pagai il giornale e me ne andai.
Tutta la settimana però non feci altro che pensare a quell'occasione persa e a tutto quel materiale paradisiaco che avrei potuto avere tra le mani, così un pomeriggio decisi di recarmi di nuovo presso quell' edicola con la scusa di comprare una rivista sulla tv.
Arrivai e trovai di nuovo quel signore, chiesi il giornale, lui me lo porse, pagai e restai un attimo fermo lì sperando che mi dicesse qualcosa lui, perchè di chiedergli direttamente delle riviste porno non avevo il coraggio.
"Ti serve altro?" chiese.
"Non so" risposi io col cuore in gola e volgendo lo sguardo a quell'angolo nascosto dell'edicola.
"Tranquillo, vai a vedere se ti piace qualcosa" e mi accompagnò presso quella parete, mi fece vedere varie riviste, copertine piene di tettone, donne in intimo, ragazze a pecorina; io ero in estasi, imbarazzato ma felice, e in preda all'agitazione del momento ne scelsi una a caso, la nascosi nella rivista televisiva, pagai e scappai a casa con la voglia matta di sfogliare subito quelle calde pagine.
A casa non vi dico le seghe che mi sparai su quelle nuove immagini, per fortuna in mezzo a tanta figa c'erano anche tanti cazzi e io mi sentivo soddisfatto e appagato da questa nuova esperienza. Così qualche giorno dopo ritornai, stessa messa in scena per farmi invogliare verso quel paradiso erotico, e anche stavolta, con molta più sicurezza e decisione, nuovo acquisto pornografico.
In poco tempo, quell' edicola solitaria sulla strada, divenne il mio angolo di paradiso e quell' edicolante il mio spacciatore di porno, mi consigliava le riviste più intriganti da prendere e, quando capì che in fondo delle immagini di fighe non sapevo che farmene, mi passò i primi giornaletti e dvd gay, mi stavo facendo una nuova cultura di anal, fisting, rimming, oral, ma ahimè solo teoria e zero pratica.
Quelle immagini mi soddisfacevano, per fortuna ogni volta potevo sceglierne di nuove, nuovi uomini, nuove storie, nuovi cazzi, ma sentivo che qualcosa mi mancava, menarmi solo il cazzo non mi bastava più, ormai la voglia era tanta e volevo essere io il protagonista di quelle storie, volevo essere io a gustarmi il cazzo e a far sborrare quei maschi assatanati.
Un caldo pomeriggio di luglio tornai come al solito in quell' edicola, feci i miei acquisti hot, e restai lì a parlare del più e del meno con l'edicolante. Mi chiese se mi stavano piacendo i porno che compravo, se ero soddisfatto e se avevo avuto modo di mettere in pratica quello che vedevo.
A quella domanda risposi imbarazzato di no, che non era facile per me trovare qualcuno, ma che si, mi sarebbe piaciuto fare tutte quelle cose lì.
"Beh dai, è pieno di gay qua in città, devi buttarti" mi disse.
"Eh ma, sono timido e nessuno sa che sono gay e mi vergogno a provarci".
"Ma si, un pompino non lo rifiuta mai nessuno".
"Immagino, ma non saprei con chi provarci e di chi fidarmi, magari potresti fartelo fare tu".
Non so come mi uscì quella frase, forse l'eccitazione del momento, forse il caldo di quel pomeriggio, forse la voglia di poter fare qualcosa, ma senza rendermene conto mi uscì quell'invito a rendermi disponibile per lui.
"No no, io sono sposato e non mi piacciono queste cose" mi ripose ridendo.
Ormai però l'animo da troia mi aveva impossessato e non mi fermai a quel primo rifiuto.
"Beh dai, solo un pompino, senza dire niente a nessuno, così almeno provo com'è".
"Ma no dai, non faccio per te, c'è caldo adesso e potrebbe arrivare gente, cosa ti salta in mente, fai il bravo su".
Insomma, continuammo per un po' questo tira e molla con lui che rifiutava la mia avance e io che continuavo a propormi, avevo troppa voglia di provare il gusto del cazzo, avevo proprio voglia di inginocchiarmi come quei succhiacazzi dei porno e far godere di bocca, e poi con lui mi sentivo a mio agio, era l'unico a sapere dei miei gusti sessuali, a parlarmi di certe cose e quindi fu per me più semplice sentirmi disinibito.
Alla fine dovetti cedere e col mio sorriso lo salutai, ma mentre stavo per andarmene mi fermò: "Dai, aspetta, prova a venire qua, a quest'ora non dovrebbe arrivare nessuno".
Mi fece entrare dietro al bancone dei giornali, mi fece avvicinare a sè, mi sorrise e mi spinse verso il basso: "Dai prova, solo pompino però".
In un attimo mi ritrovai in ginocchio con la sua patta davanti ai miei occhi e la sicurezza che avevo ostentato fino a quel momento svanì, ora avevo il batticuore, ero agitato, non sapevo che fare, come muovermi, come approcciarmi.
Lui si abbassò i pantaloni e fece uscire fuori il suo pisello ancora molle ma lunghetto, un colore scuro rispetto al resto della carnagione; io lo fissavo e ne sentivo l'odore, poi mi tirò a sè con la mano e mi avvicinò al suo pube: "Dai, mettilo in bocca e succhia".
Aprii la bocca e lo accolsi dentro, lo avvolsi con le labbra e lo tenevo chiuso nella mia bocca sentendo tutto il suo sapore di pisello sudato misto a piscio, mi bloccai con la bocca chiusa e il suo cazzo dentro, non sapevo che fare, fu lui a cominciare a muoversi dentro di me, sentivo che si muoveva avanti e indietro, sentivo quel molle pisello che piano piano stava diventando più eretto, sentivo la sua mano che mi teneva la testa e me la guidava.
Io ero immobile, tenevo quel cazzo in bocca facendomela scopare ma non riuscivo a fare nient'altro. Era lui che guidava tutto e che si stava sfogando nella mia bocca come se fosse stata un giocattolo sessuale, non muovevo la lingua, non succhiavo, la mia bocca era solo un contenitore per il suo cazzo ma quella situazione mi stava piacendo, mi stava eccitando, finalmente stavo avendo il mio primo rapporto sessuale, sentivo tutto il calore pervadere il corpo, cominciai a sudare e, mentre lui continuava ad armeggiare nella mia bocca, sentii il mio cazzo ingrossarsi.
Non avevo neanche la forza di tirarmelo fuori, era lì che premeva nei miei pantaloni con l'eccitazione che mi cresceva sempre di più a mano a mano che il suo cazzo riempiva ulteriormente la mia bocca muovendosi con movimenti sempre più decisi. Lui era lì davanti a me che si dimenava nella mia bocca e io ai suoi piedi che quasi soffocavo ma che stavo godendo, ero in estasi, mi sentivo troia. Ero al culmine del piacere, mi stavo cominciando a divertire e a lasciarmi andare quando ad un tratto sentii uno tsunami caldo bagnarmi i pantaloni, il mio cazzo era esploso, senza toccarlo, senza segarlo, solo sfregandosi contro i miei vestiti, ero venuto, l'eccitazione che stavo provando mi aveva fatto sborrare.
Ero imbarazzatissimo e a disagio, in un attimo lascai la presa del suo cazzo, mi alzai e me ne andai lasciandolo lì col pisello di fuori ancora eretto e scappai a casa. Che figuraccia se ci ripenso!!!
Arrivato a casa mi lavai subito e, passata l'agitazione, mi resi conto della figuraccia che avevo fatto e quella che sarebbe dovuta essere una bella esperienza si trasformò in una delusione.
Per un po' non ritornai più da lui, mi vergognavo troppo, poi un giorno decisi di riandarci.
"Eccoti, è un po' che non ti fai vedere".
"Beh, dopo l'ultima volta ..." e gli spiegai la reazione che avevo avuto e perchè ero scappato.
"Ma tranquillo capita, sei alle prime volte, certo devi migliorare, eh eh ".
Visto che mi aveva tranquillizzato ritentai l'approccio: "Magari se mi dai un'altra possibilità posso migliorare e imparare".
"No no, lasciamo stare, troppo pericoloso e non ti devo insegnare io a fare queste cose, guarda, quel signore là, chiedi a lui" mi disse ridendo e indicandomi un suo coetaneo che ci stava raggiungendo dall'altra parte della strada.
All'edicola arrivò questo signore distinto e, vedendoci che lo guardavamo, salutò e chiese cosa fosse successo.
"Il ragazzo è dei tuoi" gli disse l'edicolante col quale si conoscevano, "ha i tuoi stessi gusti, ma è ancora alle prime armi, mi sa che gli devi far fare un po' di pratica".
"Mmmmmm carino il giovanotto, come ti chiami?" rispose il signore.
Ci presentammo e tra uno sfottò e l'altro dell'edicolante ci allontanammo insieme dall'edicola e, dopo una mezz'oretta a passeggiare e a parlare del più e del meno, mi ritrovai a casa sua a prendere lezione su come si dovesse fare per bene un pompino, ma questa è un'altra storia e ve la racconto un'altra volta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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